Purtroppo la guerra messa in atto contro mia madre e le sue
tremende felpe tutteuguali non ha dato i risultati sperati .Dopo un paio di
settimane di rifiuti e arrabbiature ha vinto lei.
Partiamo dall'inizio:
"Ti serve una felpa", sotto sotto inizi a tremare,
conosci i gusti di tua mamma, assai diversi dai tuoi ma non disperi, pensi con
ingenua speranza che questa volta andrà bene, comprerai qualcosa che ti piace.
Primo negozio: Inizia la tua catarsi, felpe tutte uguali, si va
dal nero catrame e si arriva al verde moccolo, passando per il giallo
itterizia.
"questa è bellissima" dice sventolando una felpa grigio
topo
"NO, ho altre ventordici felpe grigio topo. Basta.
Pietà" avevo già visto una fantasticosa felpa di batman, neanche faccio in
tempo ad avvicinarmi che sento un urlo
"NO, non hai due anni!!"
La felpa grigio topo non la voglio, sono pronto anche a scoppiare
in lacrime e a far vergognare mia madre davanti a tutti, Dopo vari soliloqui
ottengo la mia vittoria. Mia mamma è piuttosto arrabbiata
l'importante è che non abbia vinto lei.
"Basta fumetti per un bel pò" promette, non ci crede
neanche lei, sa che troverò comunque un modo per comprarli.
Secondo negozio: Adocchia una felpa con le solite scritte
"Questa è bella, è di marca" Al che mi sono incavolato, sa benissimo
che della marca non me ne importa un fico secco, , il prezzo non mi fa piacere
un qualcosa, semmai mi fa passare la voglia. E dopo l'ennesima sfuriata
riesco ancora ad averla vinta.
"Andremo al centro commerciale" promette.
Intanto il giorno dopo mi compra un fumetto.
Il centro commerciale: Fiumi di gente, centro commerciale
megagalattico. Si parte dai negozi che piacciono a lei, sia mai che
possa stare tranquillo per un pò in libreria. E dopo avermi trascinato per
interminabili ore su e giù dalle scale mobili, tra negozi di scarpe, borse,
vestiti e addirittura al supermercato, dove per grazia ricevuta ho potuto
comprare un pezzo di focaccia, che mio padre non mi ha fatto mangiare in giro
perchè "troppo unta, la mangerai in macchina". Dove, tra parentesi,
compro il mio secondo fumetto.
Deluso mi lascio trasportare dal fiume di gente. arriviamo al
negozio che tanto sognava. di solito bisogna fare la coda( cosa a mio
parere inconcepibile ) si entra nella catacomba, nel mezzo del centro
commerciale mi ritrovai per un negozio oscuro che la diritta via era smarrita.
Entriamo. ci vorrebbe un caschetto da minatore, con una bella
lampada in testa. La tizia, mezza nuda e in ciabatte, sorride e dice una frase
incomprensibile. E pensi che le manchi qualche rotella. Ostrogoto? Aramaico?
Babilonese? Bho, bello essere pagati per ripetere tutto il giorno la stessa
cosa.
Immagino la tizia che arriva a casa, saluta"Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
"cosa vuoi da mangiare?"" Pape Satàn, pape Satàn aleppe! "
"usciamo?" Pape Satàn, pape Satàn aleppe! "
"sei scema ?" "Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
Un pò come Chaplin, che, dopo ore e ore in fabbrica ad
avvitare i bulloni, va in strada e avvita i bottoni ad una signora.
Tornando a noi, dopo averci dato in dotazione un bastone per
ciechi, avanziamo a tentoni in quell'orrendo posto, tanto caro a ragazze di
ogni età che ucciderebbero per una canottiera firmata.
Fa anche un caldo allucinante, le finestre sono chiuse, sia mai
che entrasse un po’ di luce. Mia mamma
adocchia una felpa.” E’ blu e ti serve”. Tu non la vedi neanche, un po’ ci
pensa il buio, il resto lo fanno gli
occhi che nuotano nel sudore.”Non mi
piace”
“Neanche l’hai vista”
“Te invece?”
Inizia la battaglia.
Stanco stremato e accaldato non resisto ai suoi tentativi di
convincerla. Ha vinto lei, paga e
“quindi uscimmo a riveder le stelle”. Mia mamma tanto fiera della mia nuova felpa blu apre il
sacchetto “Ma questo è nero, non blu. Fa niente. Tanto anche nera ti serve”.
Io l’avevo detto che in
quel posto non si vede un fico secco.
P.S. oggi ho anche comprato il terzo fumetto da giorno della
promessa e dal centro commerciale sono anche tornato con un paio di mutande
dell’uomo ragno. Sconfitto ma non del tutto
Pape Satàn aleppe... Sei fenomenale!
RispondiEliminaDì pure a tua madre che io ho QUARANTATRÈ anni (non due) e vado in giro con le felpe di Brontolo e della Carica dei 101 e i pile di Tigro; le metto anche per andare al lavoro.
La tua descrizione del centro commerciale è semplicemente fantastica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E alla fine mi sa che tua mamma, se fa bene i conti, non ha vinto granchè.... Un abbraccio elena
RispondiEliminaSei semplicemente meraviglioso!!!
RispondiEliminaClaudia
Sto leggendo il tuo blog in treno, ho le convulsioni dal ridere e tutti staranno pensando che sono pazza...
RispondiEliminaComplimenti per il racconto, straordinario...!
Chiara - monza
Bella davvero la descrizione che fai del centro commerciale.....mi hai fatto ridere. Rivedo in quello che hai scritto mia madre che disperata cercava di comprare qualcosa a mio fratello.....a cui, ovviamente, non gliene importava niente......
RispondiEliminaBellissima descrizione, avvincente davvero.
RispondiEliminaE' il grave difetto di noi mamme, pensare anche a queste cose.
Sappiamo cosa c'è nel guardaroba e di cosa c'è bisogno, più o meno,alla fine ci facciamo prendere la mano e decidiamo gli abbinamenti a nostro piacere.
E' sbagliato lo sappiamo, ma tutto sommato ci piace anche.
Con mio figlio ho smesso da mò, anche se ogni tanto butto là una zampata, ma d'estate io dormo con le maglie di snoopy.
Ti saluto vado a preparare la cena uff.
Patry
ahahah sei troppo forte, un racconto bellissimo. Ti mando un abbraccio!
RispondiEliminaluisa
ahahah ho troppo capito di che negozio e di che centro commerciale si tratta! è PROPRIO come lo descrivi, sei uno spasso, ciao! lucia
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