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giovedì 17 novembre 2011

Ospedale

Eccomi di nuovo qui a qualche settimana di distanza dall'ultimo post, mi hanno ricoverato di nuovo in ospedale e non ho potuto scrivere. Altra settimana in ospedale, sono arrivato in ospedale in ambulanza, la notte non avevo dormito per una stupidissima verifica di chimica e per relativa ansia e la mattina quando sono andato in bagno sono caduto e non mi reggevo più in piedi, intanto ho iniziato a vomitare. Panico generale. Chiamano l'ambulanza che mi porta via in barella, mai barelle adatte alla mia taglia, annessa alla gente che dalla strada si ferma a curiosare. Continuerò a farlo ma da adesso in modo più discreto. Il tizio in ambulanza faceva domande assurde, mi intimava di non addormentarmi e mi continuava a chiedere cosa studiavo, io ero moribondo e lui pretendeva che lo stessi ad ascoltare e che rispondessi pure.Mi ha anche chiesto se volevo la sirena ma ho rifiutata dicendo che così sembravo ancora più moribondo. Mi scaricano e mi fanno sdraiare con una fatica boia su un altra barella, ancora più piccola e scomoda, mai barelle di lunghezza adatta. (è ora di ribellarsi) Dopo varie visite e tac, che per fortuna ha escluso che ciò sia dovuto a un aggravarsi del tumore mi hanno chiesto se volevo fermarmi gentilmente a dormire e restare sotto osservazione la notte, ho detto distrattamente di si e così mi hanno riportato in pediatria a dormire. Nel frattempo arrivato anche un dolore al polmone, fatto la lastra, era un inizio di broncopolmonite. Così da osservazione si è passati a ricovero, a Milano, Dove sono in cura, non c'era posto così sono rimasto a Monza. I giorni che dovevano essere prima o 5 o 8 sono diventati per fortuna sette e ieri mattina dopo notti insonni sempre grazie ai letti troppo corti, flebo attaccate 24 ore su 24, il saturimetro che non andava e che continuava a suonare ininterrottamente, sono finalmente tornato a casa. Stamattina a MIlano mi hanno rivisitato e ho già ricominciato la radio, aumentato nuovamente il cortisone perchè stando fermo una settimana braccio e gamba sinistra sono un po peggiorati.
Ora vado che mia mamma potrebbe tornare da un momento all'altro
a presto ciao

6 commenti:

  1. :( che roba brutta Gabriele... Fatti forza per quanto possibile!

    OrsaLè

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  2. che giorni difficili hai passato! son felice però che ora tu sia ritornato a casa, riguardati. un abbraccio

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  3. Forza Gabriele, meno male che adesso sei a casa...brutta settimana! Mi hai messo una curiosità con questo post, ma quanto sei alto?

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  4. Settimana da dimenticare, ma tu metticela tutta, come stai già facendo, il resto lo faranno le cure mediche e piano, piano andrà meglio. Sai che me lo chiedo anch'io, ma quanto sei alto?????
    Patry

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  5. Che sollievo rileggerti, ci eravamo preoccupati! E a quanto pare, non senza motivo...
    Te l'hanno spiegato almeno il motivo per cui il tizio in ambulanza continuava a farti domande più o meno sceme? Probabilmente pensava che tu avessi battuto la testa e in quei casi bisogna tenere sveglio il paziente, perché se si addormenta c'è il rischio che vada in coma.

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  6. Ciao Gabriele,
    ho trovato il tuo blog indicato nel blog l'angolo di white B e sono venuto a curiosare.
    Intanto ti faccio i complimenti perchè da maschietto so che per noi uomini è più difficile che per le donne aprirsi ed esternare il proprio io, le proprie emozioni, le proprie paure e i propri sentimenti.
    Non se sia giusto il mio commento in questo tuo post, ma comunque ci tenevo a dirti questo:
    comunque vada a finire Tu sei il Vincitore!!!
    Il fine della vita non è quella di vivere il più lungo possibile ( questo obiettivo ce l'hanno inculcato erroneamente). Il fine della vita è quello di vivere il tempo che ci viene concesso nella maggiore pienezza possibile, andando nella profondità dell' animo nostro e di tutte quelle persone con cui veniamo in contatto.
    Chi è in grado di fare questo allora comincia inspiegabilmente a brillare attraendo tutti coloro che per quanto abbiano una vita fisicamente sana siano affetti dalla malattia e dalla cecità di una vita non vissuta a pieno.
    Nel titolo del tuo blog dici" per consegnare alla morte una goccia di splendore". Secondo me invece dovresti dire : " per consegnare alla vita una mare di splendore e di coraggio!"
    La morte in sè non può essere addolcita per coloro che restano, ma è il ricordo di come ha vissuto colui che non c'è più...questo è ciò che da la forza di andare avanti, a testa alta.
    IL CORAGGIO DI VIVERE E DI AFFRONTARE LE DIFFICOLTA' SENZA CADERE NELLA TRAPPOLA DELL'EGOCENTRISMO MA ANZI APRENDOSI NELL'ALTRUISMO.... questo ti renderà immortale ai tuoi familiari e a tutti coloro che sono venuti a contatto con te...anche solo attraverso un blog.
    Che tu riesca a superare la tua malattia oppure no COMUNQUE HAI VINTO!
    Grazie
    Tonino

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