Sabato sono tornato da Roma in gita con la scuola.
Una grande conquista perché mai un anno fa avrei potuto
pensare di “sopravvivere” senza genitori
per 4 giorni. Ho dolori un po’ ovunque ma fa niente, l’importante
è essere tornato a casa sano e salvo. Così ti accorgi che a tanto odiata
fisioterapia qualcosa ha fatto e ti rendi conto cge anche se è estremamente
noiosa serve. Sono riuscito a stare a dietro per 4 giorni ai miei compagni
facendo vagonate di scale. Non nascondo qualche dubbio pre-partenza – quei classici
pensieri “e se cado a terra agonizzante dopo 10 passi ?”. per fortuna così non stato.
Fatto una scorpacciata di chiese, musei e monumenti. Tutti bellissimi.
Un po’ meno bello era l’albergo. Che era anche vuna scuola gestita da preti
accanto al carcere di Rebibbia. Si vedevano proprio le mura e le reti, che
mettevano giusto un po’ di angoscia. Ma solo un po’. Tutte le sere c’era la
pasta rossa. A cui poi giorno dopo veniva aggiunto qualcosa e il pane aveva la
consistenza del cemento. Anche se poi si mangia tutto, quando hai fame non stai
a guardare quello che hai nel piatto ma ti ci butti, magari con il naso
tappato, ma ti ci butti.
Per fortuna siamo andati col treno onde evitare ore, ore,
ore, ore e ore di pullman che avrebbero portato ad una precoce devastazione
psicofisica.
Vado che sono assillato dalla scuola e dalla maturità che
incombe alla spada di Damocle
Gabriele, voglio essere tua amica, per consegnare alla mia vita millemilioni di gocce di splendore!
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