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giovedì 25 ottobre 2012

assalto all'esselunga


Oggi è un momento di grande gioia. All’esselunga inizia la raccolta dei pelusc, come scrivevi nei temi alle elementari, DreamWorks. Uno ogni 18 bollini aggiungendo tre euro. L’anima da bambino di due anni si risveglia in te. Quei cosi carini e coccolosi devono essere tuoi, ha poco più di un mese per raccogliere 216 bollini. Sei fortunato che uno lo hai già preciso identico, dato che lo davano  al gigante. E i bollini sono SOLO 216. Una sciocchezza. E entri nella testa di quei diabolici esperti di marketing che hanno creato una campagna perfetta, ai limiti delle possibilità umane. Ora vuoi batterli, pensi e speri che in 37 giorni riuscirai a conquistare i bollini ed avere i tanto agognati pelusc . sei pronto a combattere e, si spera, a vincere contro il sistema. I parenti daranno man forte, bisogna tenere d’occhio i vari prodotti che danno più bollini e convincere tua mamma ad acquistarli. Fai i conti per massimizzare i  risultati, ti senti come a pazzi per la spesa, un grande idiota. Ma è il tuo carattere, non puoi farci niente.
Già strappare alla mamma la promessa che pomeriggio andremo al supermercato è stata dura. Ho dovuto farmi schiacciare i punti neri. Si soffriva in silenzio. Era per una nobile causa.
Intanto sabato ci sono state  le giostre ed io continuo a chiedermi, ma forse questo è uno dei grandi perché della vita, a breve una puntata su voyager, cosa trova la gente ad andare a farsi comprimere come le sardine in un immenso guazzabuglio di gente, con la musica a palla e con le sirene ammaliatrici che tentano di venderti una frittella o farti sparare a delle lattine. Se non vuoi tornare a casa rotolando e con millemila giochini inutili è bene portarsi della cera da mettersi nelle orecchie o farsi legare dai compagni alla macchina. Non resisti comunque, lanci gli anelli, in palio ci sono dei bellissimi cellulari preistorici, le solite penne che non scrivono,perizoma,  il laser che dopo due minuti si scarica, astucci con le più squallide fantasie simil-floreali, manette sadomaso  (che mio fratello ogni volta che le vede si iterroga sul loro utilizzo), binocoli che anziché ingrandire diminuiscono, le balestre fatte così bene che quando spari l’elastico ti colpisce forte le dita. Vinco un binocolo restringente, un astuccio e una lucina farlocca. Si ritenta alle pistole dove, spendendo ben 20 euro, mio fratello vince un minii peluche di super marioche In negozio di euro ne costa 10.
Stappiamo anche lo champagne, Berlusconi ha detto che non si ricandiderà. Meno male.  Non ha avuto la faccia tosta di ricandidarsi. Spesso mi viene un dubbio: perché lui che attualmente non rappresenta niente ha ancora più e più scorte  davanti alle  sue ville? In una poi ci vive anche la moglie, lei che bisogno ne ha? Con tutti i vari tagli che monti sta facendo perché non tagli qualcosa di sensato?

lunedì 15 ottobre 2012

Guerre intestine


Purtroppo la guerra messa in atto contro mia madre e le sue tremende felpe tutteuguali non ha dato i risultati sperati .Dopo un paio di settimane di rifiuti e arrabbiature ha vinto lei.
Partiamo dall'inizio: 
"Ti serve una felpa", sotto sotto inizi a tremare, conosci i gusti di tua mamma, assai diversi dai tuoi ma non disperi, pensi con ingenua speranza che questa volta andrà bene, comprerai qualcosa che ti piace.

Primo negozio: Inizia la tua catarsi, felpe tutte uguali, si va dal nero catrame e si arriva al verde moccolo, passando per il giallo itterizia. 
"questa è bellissima" dice sventolando una felpa grigio topo
"NO, ho altre ventordici felpe grigio topo. Basta. Pietà" avevo già visto una fantasticosa felpa di batman, neanche faccio in tempo ad avvicinarmi che sento un urlo
"NO, non hai due anni!!"
La felpa grigio topo non la voglio, sono pronto anche a scoppiare in lacrime e a far vergognare mia madre davanti a tutti, Dopo vari soliloqui ottengo la mia vittoria. Mia mamma è piuttosto arrabbiata  l'importante è che non abbia vinto lei. 
"Basta fumetti per un bel pò" promette, non ci crede neanche lei, sa che troverò comunque un modo per comprarli.
Secondo negozio: Adocchia una felpa con le solite scritte "Questa è bella, è di marca" Al che mi sono incavolato, sa benissimo che della marca non me ne importa un fico secco, , il prezzo non mi fa piacere un qualcosa, semmai mi fa passare la voglia. E  dopo l'ennesima sfuriata riesco ancora ad averla vinta.
"Andremo al centro commerciale" promette.
Intanto il giorno dopo mi compra un fumetto.
Il centro commerciale: Fiumi di gente, centro commerciale megagalattico. Si parte dai negozi che piacciono a lei, sia mai che possa stare tranquillo per un pò in libreria. E dopo avermi trascinato per interminabili ore su e giù dalle scale mobili, tra negozi di scarpe, borse, vestiti e addirittura al supermercato, dove per grazia ricevuta ho potuto comprare un pezzo di focaccia, che mio padre non mi ha fatto mangiare in giro perchè "troppo unta, la mangerai in macchina". Dove, tra parentesi, compro il mio secondo fumetto.
Deluso mi lascio trasportare dal fiume di gente. arriviamo al negozio che tanto sognava. di solito bisogna fare la coda( cosa a mio parere inconcepibile ) si entra nella catacomba, nel mezzo del centro commerciale mi ritrovai per un negozio oscuro che la diritta via era smarrita.
Entriamo. ci vorrebbe un caschetto da minatore, con una bella lampada in testa. La tizia, mezza nuda e in ciabatte, sorride e dice una frase incomprensibile. E pensi che le manchi qualche rotella. Ostrogoto? Aramaico? Babilonese? Bho, bello essere pagati per ripetere tutto il giorno la stessa cosa.
Immagino la tizia che arriva a casa, saluta"Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
 "cosa vuoi da mangiare?"" Pape Satàn, pape Satàn aleppe!
"usciamo?" Pape Satàn, pape Satàn aleppe! "
"sei scema ?" "Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
Un pò come Chaplin, che, dopo  ore e ore in fabbrica ad avvitare i bulloni, va in strada e avvita i bottoni ad una signora.
Tornando a noi, dopo averci dato in dotazione un bastone per ciechi, avanziamo a tentoni in quell'orrendo posto, tanto caro a ragazze di ogni età che ucciderebbero per una canottiera firmata.
Fa anche un caldo allucinante, le finestre sono chiuse, sia mai che entrasse un po’ di luce.  Mia mamma adocchia una felpa.” E’ blu e ti serve”. Tu non la vedi neanche, un po’ ci pensa il buio, il resto lo fanno  gli occhi che nuotano nel  sudore.”Non mi piace”
“Neanche l’hai vista”
“Te invece?”
Inizia la  battaglia.
Stanco stremato e accaldato non resisto ai suoi tentativi di convincerla. Ha vinto  lei, paga e “quindi uscimmo a riveder le stelle”. Mia mamma tanto  fiera della mia nuova felpa blu apre il sacchetto “Ma questo è nero, non blu. Fa niente. Tanto anche nera ti serve”.
 Io l’avevo detto che in quel posto non si vede un fico secco.

P.S. oggi ho anche comprato il terzo fumetto da giorno della promessa e dal centro commerciale sono anche tornato con un paio di mutande dell’uomo ragno. Sconfitto ma non del tutto

sabato 6 ottobre 2012

un anno

L'altro giorno è passato un anno, un anno dal giorno che mi ha cambiato vita, la diagnosi non delle più rosee e tutto ciò che mi reso disabile. Però ti accorgi anche che il tumore ti ha cambiato, sei più maturo, anche se di poco, hai anche nuove esperienze che ti porterai durante tutta la vita. Scopri che alcune persone non sono così stronze come pensavi, cerchi di trovare dei perchè, un qualcosa che ti faccia andare avanti, guardi avanti. Non troppo. Perchè altrimenti hai paura, non sai per quanto ancora sarai qui, preghi che sia ancora per molto, hai ancora tante cose da fare, e perchè no anche tante altre cazzate da scrivere.
Guardi indietro e vedi quante persone in quell'ospedale che, come Catullo, ami e odi ora non ci sono più . in un posto migliore, perchè tu in quel posto ci credi, però comunque non più tra noi. Non puoi essere abbracciato dai tuoi genitori ne tanto meno sgridato per la scrivania in disordine. Quel settimo piano che si prende sempre un tributo altissimo, ma dove puoi essere anche curato.  Forse tra qualche anno il settimo piano sarà definitivamente sconfitto e ospedali del genere non avranno più bisognoso di esistere. e te che combatti contro delle statistiche, dei numeri, questo te lo auguri e lo  desideri con tutto il cuore.

Usciamo dal momento malinconico  e torniamo ad altro. Prendiamo ed esempio il nuovo iphone, tralasciando il fatto che siamo in crisi e tutto il  resto. non vuoi sindacalizzare sulle code, la gente è libera di scegliere come vuole di buttare via un rene. parlo di coloro a cui il "vecchio" telefono, costato SOLO qualche centinaio di euro, ha smesso improvvisamente di funzionare.. Ora mi chiedo che senso ha cambiare i telefoni come le mutande? Non è  che dopo qualche giorno inizia a puzzare. mi vengono in mente anche i genitori, se io rompevo un telefono andavo in giro per una settimana, o anche più, con il cellulare che aveva fatto il giro della famiglia e ormai chiedeva pietàgraziaemisericordia. Ora le cose funzionano al contrario, rompi il telefono, inventi una balla che non sta nè in cielo nè in terra e vieni premito in base a quanto la balla sia credibile o con un calcio in culo o, se la scusa è verosimile, con un telefono nuovo che pulisce anche per terra.
 chiedo scusa ma non ho molto tempo per  scrivere, la suola mi vuole tenere tutto per sè

P.S  chiedo scusa anche per la grammatica dello scorso post, non rileggo quello che scrivo, perchè mi fa schifo, e quindi non correggo