Powered By Blogger

lunedì 15 ottobre 2012

Guerre intestine


Purtroppo la guerra messa in atto contro mia madre e le sue tremende felpe tutteuguali non ha dato i risultati sperati .Dopo un paio di settimane di rifiuti e arrabbiature ha vinto lei.
Partiamo dall'inizio: 
"Ti serve una felpa", sotto sotto inizi a tremare, conosci i gusti di tua mamma, assai diversi dai tuoi ma non disperi, pensi con ingenua speranza che questa volta andrà bene, comprerai qualcosa che ti piace.

Primo negozio: Inizia la tua catarsi, felpe tutte uguali, si va dal nero catrame e si arriva al verde moccolo, passando per il giallo itterizia. 
"questa è bellissima" dice sventolando una felpa grigio topo
"NO, ho altre ventordici felpe grigio topo. Basta. Pietà" avevo già visto una fantasticosa felpa di batman, neanche faccio in tempo ad avvicinarmi che sento un urlo
"NO, non hai due anni!!"
La felpa grigio topo non la voglio, sono pronto anche a scoppiare in lacrime e a far vergognare mia madre davanti a tutti, Dopo vari soliloqui ottengo la mia vittoria. Mia mamma è piuttosto arrabbiata  l'importante è che non abbia vinto lei. 
"Basta fumetti per un bel pò" promette, non ci crede neanche lei, sa che troverò comunque un modo per comprarli.
Secondo negozio: Adocchia una felpa con le solite scritte "Questa è bella, è di marca" Al che mi sono incavolato, sa benissimo che della marca non me ne importa un fico secco, , il prezzo non mi fa piacere un qualcosa, semmai mi fa passare la voglia. E  dopo l'ennesima sfuriata riesco ancora ad averla vinta.
"Andremo al centro commerciale" promette.
Intanto il giorno dopo mi compra un fumetto.
Il centro commerciale: Fiumi di gente, centro commerciale megagalattico. Si parte dai negozi che piacciono a lei, sia mai che possa stare tranquillo per un pò in libreria. E dopo avermi trascinato per interminabili ore su e giù dalle scale mobili, tra negozi di scarpe, borse, vestiti e addirittura al supermercato, dove per grazia ricevuta ho potuto comprare un pezzo di focaccia, che mio padre non mi ha fatto mangiare in giro perchè "troppo unta, la mangerai in macchina". Dove, tra parentesi, compro il mio secondo fumetto.
Deluso mi lascio trasportare dal fiume di gente. arriviamo al negozio che tanto sognava. di solito bisogna fare la coda( cosa a mio parere inconcepibile ) si entra nella catacomba, nel mezzo del centro commerciale mi ritrovai per un negozio oscuro che la diritta via era smarrita.
Entriamo. ci vorrebbe un caschetto da minatore, con una bella lampada in testa. La tizia, mezza nuda e in ciabatte, sorride e dice una frase incomprensibile. E pensi che le manchi qualche rotella. Ostrogoto? Aramaico? Babilonese? Bho, bello essere pagati per ripetere tutto il giorno la stessa cosa.
Immagino la tizia che arriva a casa, saluta"Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
 "cosa vuoi da mangiare?"" Pape Satàn, pape Satàn aleppe!
"usciamo?" Pape Satàn, pape Satàn aleppe! "
"sei scema ?" "Pape Satàn, pape Satàn aleppe!"
Un pò come Chaplin, che, dopo  ore e ore in fabbrica ad avvitare i bulloni, va in strada e avvita i bottoni ad una signora.
Tornando a noi, dopo averci dato in dotazione un bastone per ciechi, avanziamo a tentoni in quell'orrendo posto, tanto caro a ragazze di ogni età che ucciderebbero per una canottiera firmata.
Fa anche un caldo allucinante, le finestre sono chiuse, sia mai che entrasse un po’ di luce.  Mia mamma adocchia una felpa.” E’ blu e ti serve”. Tu non la vedi neanche, un po’ ci pensa il buio, il resto lo fanno  gli occhi che nuotano nel  sudore.”Non mi piace”
“Neanche l’hai vista”
“Te invece?”
Inizia la  battaglia.
Stanco stremato e accaldato non resisto ai suoi tentativi di convincerla. Ha vinto  lei, paga e “quindi uscimmo a riveder le stelle”. Mia mamma tanto  fiera della mia nuova felpa blu apre il sacchetto “Ma questo è nero, non blu. Fa niente. Tanto anche nera ti serve”.
 Io l’avevo detto che in quel posto non si vede un fico secco.

P.S. oggi ho anche comprato il terzo fumetto da giorno della promessa e dal centro commerciale sono anche tornato con un paio di mutande dell’uomo ragno. Sconfitto ma non del tutto

8 commenti:

  1. Pape Satàn aleppe... Sei fenomenale!
    Dì pure a tua madre che io ho QUARANTATRÈ anni (non due) e vado in giro con le felpe di Brontolo e della Carica dei 101 e i pile di Tigro; le metto anche per andare al lavoro.

    RispondiElimina
  2. La tua descrizione del centro commerciale è semplicemente fantastica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E alla fine mi sa che tua mamma, se fa bene i conti, non ha vinto granchè.... Un abbraccio elena

    RispondiElimina
  3. Sei semplicemente meraviglioso!!!
    Claudia

    RispondiElimina
  4. Sto leggendo il tuo blog in treno, ho le convulsioni dal ridere e tutti staranno pensando che sono pazza...
    Complimenti per il racconto, straordinario...!
    Chiara - monza

    RispondiElimina
  5. Bella davvero la descrizione che fai del centro commerciale.....mi hai fatto ridere. Rivedo in quello che hai scritto mia madre che disperata cercava di comprare qualcosa a mio fratello.....a cui, ovviamente, non gliene importava niente......

    RispondiElimina
  6. Bellissima descrizione, avvincente davvero.
    E' il grave difetto di noi mamme, pensare anche a queste cose.
    Sappiamo cosa c'è nel guardaroba e di cosa c'è bisogno, più o meno,alla fine ci facciamo prendere la mano e decidiamo gli abbinamenti a nostro piacere.
    E' sbagliato lo sappiamo, ma tutto sommato ci piace anche.
    Con mio figlio ho smesso da mò, anche se ogni tanto butto là una zampata, ma d'estate io dormo con le maglie di snoopy.
    Ti saluto vado a preparare la cena uff.
    Patry

    RispondiElimina
  7. ahahah sei troppo forte, un racconto bellissimo. Ti mando un abbraccio!
    luisa

    RispondiElimina
  8. ahahah ho troppo capito di che negozio e di che centro commerciale si tratta! è PROPRIO come lo descrivi, sei uno spasso, ciao! lucia

    RispondiElimina